Paola e Many nella loro tappa italiana

Posted by on Dic 26, 2011 in News | 0 comments

Un’esperienza molto unica.
Un dono particolarmente speciale!

Dal 21 novembre al 4 dicembre abbiamo potuto risalutare Paola Maiocchi della Comunità Missionarie Laiche e Many, amica cambogiana, che sono state in Italia come rappresentanti della Cambogia ad alcuni incontri in Vaticano.
Abbiamo chiesto  a Paola di condividere questa loro inaspettata tappa italiana.

I giorni trascorsi in Italia sono stati intensi e molto belli per diversi aspetti.
Giorni passati a Roma, per la Conferenza Internazionale per gli Operatori della Pastorale sanitaria, e passati a Milano tra visite ad amici, di vita comunitaria e familiare.Sala clementina, vaticano
Un vero Dono. Arricchito e reso ancora più speciale dalla presenza con me, in queste due settimane, di Phok Many, la mia grande amica cambogiana che si è unita a questo mio veloce ritorno.

Una delle sensazioni più belle è stata quella di poter spiegare e far vedere a Many chi sono le persone di Cam to Me che si impegnano per poter sostenere i progetti ( compreso quello in cui lei è direttamente coinvolta) e spiegare delle  varie iniziative che si organizzano.
Le ho raccontato come si muove “la solidarietà” legata a Cam to Me, le sue attività, il desiderio sempre rinnovato di essere testimoni di “BELLO”, sia qui in Italia, che in Cambogia, Camerun e Perù.
Many, sorpresa e incredula, mi ha detto che questo viaggio le ha donato una “nuova luce”… è commossa… cerca di capire il più che può, di fare sua –intimamente- questa esperienza, con gratitudine per questo Dono ricevuto (ed è la stessa mia gratitudine per aver potuto realizzare il sogno di portarla in Italia, realtà di cui tanto aveva sentito parlare).

In cosa Many è impegnata in Cambogia? Perché è così legata anche a Cam to Me?
Many coordina il Progetto New Hope for Cambodian Children, che Cam to Me sostiene sotto la voce “Piccoli germogli”.
Si tratta di una  ONG locale (NHCC, appunto) che attualmente segue circa 1700 bambini HIV/AIDS con 180 operatori come staff, di cui 80 per le visite domiciliari (assistenti sociali) nelle varie province e un centinaio che si dedicano a tempo pieno alla cura dei  bambini HIV/AIDS orfani accolti nelle strutture di quello che chiamiamo “il mio villaggio”, nella regione di Kompong Spue, a circa40 kmdalla capitale.Piccoli Germogli
A  livello provinciale, NHCC si occupa di lavorare in collaborazione con gli ospedali pubblici dove i bimbi possono ritirare la terapia antiretrovirale.
Occorre inoltre verificare se i bambini hanno i soldi per i trasporti per recarsi agli ospedali, se hanno compreso pienamente come e quando questi farmaci debbano essere assunti, se hanno  cibo a sufficienza e fare in modo che continuino ad  andare a scuola.

Una novità di questi ultimi 3 anni sono anche i campi-scuola per i bambini delle province. A turno vengono ospitati circa 160 bambini per estate al “mio villaggio”, dove i ragazzotti (ex bambini… ora adolescenti!) a loro volta HIV/AIDS animano incontri, giochi, momenti di meditazione e di grandi danze! Una vera gioia! Per tutti!!!
E l’ultima novità proprio di questi ultimi mesi, è l’avvio di una casa “Hope House”, a Phnom Penh per ospitare 18 adolescenti (gli stessi ex-piccoli bimbi di cui parlavo sopra!) che da quest’anno (qualcuno in realtà è già al secondo e terzo anno) iniziano l’università in capitale. Uno di questi, Samy, inizierà a studiare medicina!
Many mi riassume tutto questo, così che io possa scriverlo per condividere con tutti voi, e intanto il suo volto si fa un po’ preoccupato quando pensa che non è tutto così facile: a parte la generale preoccupazione a causa del diminuito aiuto economico data la crisi economica mondiale, il suo pensiero va alla terapia antiretrovirale per i nostri piccoli… cominciamo a vedere casi di cosidetta “resistenza” ai farmaci che prevederebbe un cambiamento di regime terapeutico, che in Cambogia è ancora pochissimo a disposizione.
Mi dice Many che forse, se le cose non cambiano, ricominceremo a piangere come facevamo anni fa quando le medicine non c’erano. Piangere perché si è amato. Un tema che a me e a lei sta molto a cuore. Speriamo che soluzioni concrete e provvidenziali evitino qualche morte innocente. Ma per ogni evenienza, ci sentiamo pronte: non smetteremo d’amare e di lottare anche a costo di soffrire.

Con il cuore colmo di gratitudine per l’amicizia e la solidarietà incontrate,un caro saluto a tutti.

Paola e Many

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